lunedì 21 luglio 2008

Spazi temporali distorti


Venerdì 23 maggio, agognato ritorno a casa dopo una lunga settimana di lavoro fuori casa.
Sceso dal pullman che mi portava da Avellino a Napoli di fretta in furia, mi precipito alla biglietteria per cercare un posto sull'ultimo Eurostar a disposizione; impaziente attendo il mio turno in fila, conto i minuti (ne mancano ancora tanti), l'ansia è di trovare un posto.
Passo in rassegna le eventuali alternative, come "Tariffa Flexi, pago di più viaggio peggio ma viaggio" ma quando arriva il mio turno tutti i dubbi svaniscono, il posto è prenotato.
Tranquillo mi avvio al binario 3 di Porta Garibaldi.
Manca ancora del tempo, mi isolo con il mio ipod per concentrarmi su una delle venti-puntate-venti sulla vita di Gengis Kahn, la settima riascoltata per la terza volta perché mi sfuggono ancora le alleanze strette dai Borjigin. Quasi come una voce da un'oltretomba sgradevole e gracchiante mi arriva una voce "'eustr 9378 ...ardo ...ento..nti minuti"
Mi riscuoto, penso di aver compreso male, attendo il rilancio dell'annuncio, controllo sul sito viaggiatreno e tutto è confermato.
La rabbia mi assale non tanto per il ritardo (sono salito poi su un diretto che lemme lemme mi ha condotto a Roma Ostiense), quanto l'incapacità della biglietteria a leggere un dato che sicuramente avranno avuto sotto mano: se un comune cittadino inserisce un numero di treno e ormai gli sono riportati vita morte e miracoli, un addetto al sistema qualche dato in più lo avrà pure.
Ma facciamo che sia passata.
Invio la richiesta di rimborso (come indicato dal capotreno) e dopo un mese mi arriva una lettera in cui mi si riporta che il treno ha avuto sì 152,5 minuti di ritardo a destinazione, ma non sono attribuibili a Trenitalia e in particolare "157 minuti sono da attribuire ad eventi accidentali". In buona sostanza il treno è arrivato in anticipo di 4,5 minuti.

Lo spazio, i suoi ripiegamenti, le sòle del tempo: in qualche dimensione c'è chi si starà lamentando di essere arrivato quel giorno troppo presto. Noi no.

sabato 12 luglio 2008

Controcorrente Alternata


Siamo soli.
Soli come astri splendenti nel cielo. Soli come oggetti smarriti.
Da un lato esplodiamo di luce, dall'altro implodiamo di buio. In questo eterno pendolo tra solarità e solitudine procediamo alla ricerca di altri soli per creare il nostro universo, in un incontro con altre verità che ci porteranno al conflitto, alla condivisione alla confusione, qualsiasi senso si voglia dare a questi termini.
Iniziamo il viaggio e che l'oggi sia di saggezza per il domani.