lunedì 15 settembre 2008

Tempi cupi, spazi angusti

Sono sempre le sensazioni a guidarci nei fili della quotidianità. Sono elementi invisibili, ma modificano le nostre geografie interiori.
Possono essere preconcetti, cerchiamo una oggettività che pur essendo tale la rifuggiamo solo perché non appare giusto giudicare qualcuno che abbia pensieri, atteggiamenti, approcci diversi dal nostro metro di giudizio, dal nostro modo di interpretare le regole di buon senso.
Ma poi avviene che gli atomi si trasformano in molecole, le sensazioni tornano ad essere visioni non velate, la realtà triste come facevamo di tutto per non vederla.
E tra i tanti problemi che esistono, vivere in una città che inizia a rinunciare ad essere vitale, ad avere la voglia e l'orgoglio di essere capitale e cosmopolita, europea con vocazione vitale, accresce la tristezza e fa affrontare con un maggior peso e dolenza le difficoltà della vita.
Così l'Urbe torna ad essere Rometta, pallida immagine degli ultimi anni.

Torna a cedere il passo a Milano, Venezia, Pesaro e persino Torino abdicando prima ancora di salire al trono e abbandonando un nuovo modo di vivere un Festival del Cinema (affidato a cariatidi degne di onore ma che sanno di riallocazioni postume alla stregua di Papa Formoso).

Rinuncia ad essere il faro delle Notti Bianche dopo averle importate in Italia, lasciandosi sopravanzare nelle organizzazioni da città e cittadine; laddove Civitanova Marche e Avellino hanno il Comune a supportare ogni iniziativa, qui si demanda alla buona volonta di cittadini e munifici municipi.

Le iniziative per l'estate ridotte, a tal punto che si traducevano solo in bancarelle una dietro l'altra, con oggetti sempre uguali e le iniziative sempre meno di spessore sperse in questi bazar colorati a cielo aperto ma vuoti e alla fine noiosi, mentre le terrazze delle quadrighe veniva chiusa alle ore più belle per un maleaccorto e autolesionista sistema di risparmio se non imposto, certo non dissuaso.

Poi un progetto per riportare all'antico splendore uno dei panorami mozzafiato bloccato probabilmente per il solo fatto di essere il fiore all'occhiello di una giunta precedente, proponendo in alternativa l'allargamento di una delle strutture più brutte, scomode e inutilizzate della città.

Il prossimo colpo sarà inchinarsi al partito delle automobili e non chiudere, abbattere o cambiare destinazione al più folle dei progetti di viabilità che sfregia la città e inquina, attacca e lede i polmoni di due quartieri, la sopraelevata del Prenestino Labicano San Lorenzo? Non essendo elettorato del sindaco, ahimé, è probabile.

Questo Tempo non mi pare che stia segnando un nuovo corso per la città di Roma, ma solo una brutta piega.

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