mercoledì 16 settembre 2009

Berlusconi alla prova dell'Auditel

Berlusconi editore (e forse anche Berlusconi sportivo) batte Berlusconi politico...
Berlusconi questa volta si è (ab)battuto da soloE comunque aveva ragione di non far trasmettere Ballarò, ma quei menagrami della Rai hanno tirato un brutto colpo, trasmettendo quel compagno mascherato da personaggio di destra di Coliandro (deve averlo sollecitato Fini per fargli dispetto) su RaiDue, in contemporanea quei comunisti di RaiTre hanno inviato cupi messaggi programmando "La caduta" (e qui la seccia è palese ed evidente), gli sprovveduti di Italia 1 hanno proposto "Dirty Dancing" e le appassionate lettrici e gli attenti esegeti di "Chi", "Gente", "Novella2000" e quanti altri si saranno sintonizzati lì nella recondita speranza di scorgere gli spezzoni segreti delle simpatiche cenette di Palazzo Grazioli e le vacanze festaiole di Villa Certosa.
Una curiosa gaffe ha colpito anche l'umilissima e devota Rete4 che riproposto il Vanzinafilm "Selvaggi" e questo ha catturato la massima attenzione di tanti intellettuali di destra, di sinistra e di centro sinistra in ricerca identitaria: il gioello del 1995 appare profetico nella popolazione, lucido nell'analisi delle risse da condominio Italia, quasi una prefigurazione della composizione politica italiana ai tempi del secondo millennio: isolata, pasticciona, inconcludente e rissaiola, ma sempre dedita alla contemplazione del lusso e dell'elemento femminile. Quindi cercando di aiutare il premier ha invece fornito la versione intellettuale ed alta della programmazione dell'altra rete Mediaset.
E poi c'è la vendetta degli errori marchiani, la scelta che mai sarebbe dovuta essere effettuata, a partire dal titolo. L'ammiraglia di famiglia che per effettuare un dietrofront per non disturbare il capo, ingrana la retromarcia e sfonda il portone di Porta a Porta. Trasmettere la fiction "L'onore e il rispetto". Ma con tutto quello che è accaduto a Berlusconi non sembra che sia una grande metafora su quello che egli reclami a gran voce? E tanti, troppi avranno deciso di leggere in quel mondo duro di concorrenza e tensioni la vera essenza dell'intervento del premier su RaiUno.
Così hanno deciso di vedere la fiction in quanto il suo popolo ormai è più abituato a una semplificazione romanzata piuttosto che a lunghe disquisizioni e dibattiti senza azione, senza storie appassionanti, senza lacrime e sollievi che invece un bel pacchetto preconfezionato può regalarti.
Così l'onore che merita L'Aquila e il rispetto che meritano le popolazioni che hanno subito la tragedia del terremoto è passato altrove, ma in buona fede. La potenza degli slogan il Silvio nazionale la conosce bene, l'ha ricreata e rilanciata nel corso degli anni, l'ha imposta nelle sue aziende che adesso hanno la tecnica di utilizzare questa potente arma, ma che da improvvidi o incoscenti talvolta la usano a sprosito.
Così a Porta a Porta si sono sintonizzati pochi spettatori, composti per lo più da diretti interessati all'agone politico e all'agonia della situazione abruzzese: di nascosto i politici del pd, nicchiando quelli dell'udc, tutta l'idv l'ha seguito in diretta dall'ingresso di viale Teulada, gli afecionados del Pdl non sostenitori del
Milan o della Juventus che hanno dato la mazzata finale al flop di Vespa, dirottando la loro visione sulla detestabile Sky dell'odiato Murdoch erodendo definitivamente il monte spettatori. Ma la cosa più tragicomica è che Berlusconi voleva essere con loro.
Poi dici che uno ce l'ha a morte con la concorrenza.

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