Anche quest'anno ho ritardato gli auguri di Natale e sto per fallire quelli del buon anno. E anno dopo anno la scusa di "Per me i regali arrivano sempre con la Befana" diventa meno originale e credibile, lasciando il passo a una vena di pigriza commista a una carenza di tempo e risorse mentali sottratta dai due pargoli (e il secondo con i suoi tranquillotti settemesiemezzo è quasi l'ultimo dei problemi). Sebbene sia tempo di bilanci, resoconti, valutazioni, speranze e propositi, quest'anno ho pochissima voglia di farli, benché nella condivisione di idee ed emozioni creda fermamente e si rafforza ogni giorno che passa.
Così ho pensato che i miei auguri non possano che passare nel segnalarvi qualche link che mi ha arricchito, in maniera professionale, spirituale ed intellettuale.
Susanna Tartaro è una delle migliori professioniste della radio, curatrice di quel gioiello che si rinnova con gli anni che è Fahreneit: ma quest'anno ho scoperto una sua passione che ho sempre conosciuto, ma mai me ne ero interessato: gli Haiku. Ogni giorno ne scova uno e lo cala nel nostro mondo, nelle nostre cronache. Saranno gli anni, saranno i gusti che mutano, ma questa forma semplice e rigorosa la trovo un'esplosione di intelligenza al contempo emozionale e razionale. Antidoto contro la banalità della sintesi quotidiana che talvolta sconfina in un tweet.
Per ragioni lavorative per una buona parte dell'anno mi sono dovuto occupare di Personal Branding. Per onestà intellettuale dico subito che non la trovo una panacea, né condivido l'entusiastica retorica che la circonda. Ma lo studio e la ricerca effettuate in merito mi hanno permesso di conoscere e seguire una serie di professionisti e di analisti del web marketing davvero interessanti e stimolanti. Ne cito a memoria qualcuno: Franz Russo, Claudio Gagliardini, Salvatore Russo, Dario Vignali, il vulcanico e ironico Rudy Bandiera. Ma su tutti voglio ricordae e segnalare Riccardo Scandellari. Mi ha guidato con il suo libro e fatto riflettere con i suoi post. Sempre misurati, sempre interessanti, mai sopra le righe, in prosa asciutta e decisa a colpire nel segno. E a rileggerli tutti scopri che offre non le chiavi di un modo per farsi pubblicità, ma ricrea il grande puzzle di Internet e del Web. E non conto le volte che sono sceso alla stazione di Lepanto al posto di Flaminio immerso nella lettura dei suoi post.
Una D-R-O-G-A! On e off line. Non mi fa pena chi ancora non lo conosce o non lo abbia mai letto. Anzi lo invidio, perché potrà gustarsi e divorare innumerevoli puntate che chi come me lo conosce e segue da anni ha dovuto attendere, aspettare, smadonnarlo perché non pubblicava come promesso ogni lunedì su due. Lucido, benevolmente cattivo, il suo armadillo ormai è entrato nell'olimpo degli archetipi junghiani (insieme alla mitologica figura del Tizio Cozza). Risate scroscianti e riflessioni scritte con uno stile ancora poco abituale in Italia, qual è il fumetto. E non storcete la bocca. Il suo splendido e intenso "Dimentica il mio nome" è stato eletto Libro dell'anno da Radio Rai Tre, che non ha esattamente un pubblico di giovinotti e imbrattamuri.
Come blog è ancora un po' immaturo, ma non importa. Perché alle miniere non si richiede un brillante da 80 sfaccettature, ma gemma grezza con cui partire per infinite strade. Ogni giorno una foto, inedita o quasi, che va a ricostruire un nostro passato prossimo, in particolare quello degli anni '50-'70 del secolo scorso. Trovi Louis Armstong che tira una palla di neve felice come un bambino, Renato Carosone talmente elegante che ti pare Ravel, Sartre seduto su un divano che si fa portare da due facchini dentro la Feltrinelli di Milano, Fellini che legge il giornale mentre gli spuntano la scarsa chioma o Marcello Mastroianni che si fa spruzzare il dopobarba appena sbarbato, Mina che si trucca prima di scatenarsi a Castrocaro o Brigitte Bardot che punta una freccia come Cupido. E poi c'è lui, Marco Garzia, che se passate a Roma a via Barsanti, in fondo a destra, vi accoglierà in un luogo sospeso nel tempo, pronto con affabilità, fabulazione e grazia a raccontarvi, aneddoti, storie e tecniche di un fotografo di lungo corso. Una perla imperdibile
Questo link ve lo giro perché come dissi anni fa a una mia collega, "I progetti so' pezzi e' core!" Anche quelli brutti. A maggior ragione quelli interessanti o innovativi. Grazie a ItaliaLavoro ho potuto seguire la sperimentazione di un'app (il cui nome è SkillyApp) dedicata alla formazione e all'orientamento lavorativo, principalmente rivolta alla fascia di età 16-18 anni. Come tutto ciò che è sperimentale in Italia è una piccola cosa, low low cost. Ma ha avuto un'ottimo impatto su chi l'ha vista, giocata, letta. Per questo non posso che ringraziare oltre i colleghi del progetto Increase, anche Oliver Astrologo, Alessandro Montalbano e tutto lo staff di Studio Hangloose (http://www.studiohangloose.it).
E visto che "Il lavoro è un gioco serio", concedetevi una pausa e giocateci un po'. E non avete scuse perché è disponibile per iOs, Android e Windows Phone.
Un ultimo rigo lo voglio dedicare a mia moglie Giovanna e i miei figli Livia&Ale (ai quali ho dedicato queste pagine del mio trascuratissimo blog: "Le quattro fasi di un bebé", che malgrado gli alti e bassi di quest'anno, che talvolta hanno fatto invidia alle nuove montagne russe di Magic Rainbow, mi hanno sempre ricordato come il miglior balsamo è un loro sorriso e una sonora risata.
Dimenticavo. Buon 2015.