martedì 30 dicembre 2014

Buon 2015, prima che sia troppo tardi!

Roma - Ora nevica! Snowing!
Senza neve, che feste sono?
Anche quest'anno ho ritardato gli auguri di Natale e sto per fallire quelli del buon anno. E anno dopo anno la scusa di "Per me i regali arrivano sempre con la Befana" diventa meno originale e credibile, lasciando il passo a una vena di pigriza commista a una carenza di tempo e risorse mentali sottratta dai due pargoli (e il secondo con i suoi tranquillotti settemesiemezzo è quasi l'ultimo dei problemi). Sebbene sia tempo di bilanci, resoconti, valutazioni, speranze e propositi, quest'anno ho pochissima voglia di farli, benché nella condivisione di idee ed emozioni creda fermamente e si rafforza ogni giorno che passa.
Così ho pensato che i miei auguri non possano che passare nel segnalarvi qualche link che mi ha arricchito, in maniera professionale, spirituale ed intellettuale.

Susanna Tartaro è una delle migliori professioniste della radio, curatrice di quel gioiello che si rinnova con gli anni che è Fahreneit: ma quest'anno ho scoperto una sua passione che ho sempre conosciuto, ma mai me ne ero interessato: gli Haiku. Ogni giorno ne scova uno e lo cala nel nostro mondo, nelle nostre cronache. Saranno gli anni, saranno i gusti che mutano, ma questa forma semplice e rigorosa la trovo un'esplosione di intelligenza al contempo emozionale e razionale. Antidoto contro la banalità della sintesi quotidiana che talvolta sconfina in un tweet.

Per ragioni lavorative per una buona parte dell'anno mi sono dovuto occupare di Personal Branding. Per onestà  intellettuale dico subito che non la trovo una panacea, né condivido l'entusiastica retorica che la circonda. Ma lo studio e la ricerca effettuate in merito mi hanno permesso di conoscere e seguire una serie di professionisti e di analisti del web marketing davvero interessanti e stimolanti. Ne cito a memoria qualcuno: Franz Russo, Claudio Gagliardini, Salvatore Russo, Dario Vignali, il vulcanico e ironico Rudy Bandiera. Ma su tutti voglio ricordae e segnalare Riccardo Scandellari. Mi ha guidato con il suo libro e fatto riflettere con i suoi post. Sempre misurati, sempre interessanti, mai sopra le righe, in prosa asciutta e decisa a colpire nel segno. E a rileggerli tutti scopri che offre non le chiavi di un modo per farsi pubblicità, ma ricrea il grande puzzle di Internet e del Web. E non conto le volte che sono sceso alla stazione di Lepanto al posto di Flaminio immerso nella lettura dei suoi post.

Una D-R-O-G-A! On e off line. Non mi fa pena chi ancora non lo conosce o non lo abbia mai letto. Anzi lo invidio, perché potrà gustarsi e divorare innumerevoli puntate che chi come me lo conosce e segue da anni ha dovuto attendere, aspettare, smadonnarlo perché non pubblicava come promesso ogni lunedì su due. Lucido, benevolmente cattivo, il suo armadillo ormai è entrato nell'olimpo degli archetipi junghiani (insieme alla mitologica figura del Tizio Cozza). Risate scroscianti e riflessioni scritte con uno stile ancora poco abituale in Italia, qual è il fumetto. E non storcete la bocca. Il suo splendido e intenso "Dimentica il mio nome" è stato eletto Libro dell'anno da Radio Rai Tre, che non ha esattamente un pubblico di giovinotti e imbrattamuri.

Come blog è ancora un po' immaturo, ma non importa. Perché alle miniere non si richiede un brillante da 80 sfaccettature, ma gemma grezza con cui partire per infinite strade. Ogni giorno una foto, inedita o quasi, che va a ricostruire un nostro passato prossimo, in particolare quello degli anni '50-'70 del secolo scorso. Trovi Louis Armstong che tira una palla di neve felice come un bambino, Renato Carosone talmente elegante che ti pare Ravel, Sartre seduto su un divano che si fa portare da due facchini dentro la Feltrinelli di Milano, Fellini che legge il giornale mentre gli spuntano la scarsa chioma o Marcello Mastroianni che si fa spruzzare il dopobarba appena sbarbato, Mina che si trucca prima di scatenarsi a Castrocaro o Brigitte Bardot che punta una freccia come Cupido. E poi c'è lui, Marco Garzia, che se passate a Roma a via Barsanti, in fondo a destra, vi accoglierà in un luogo sospeso nel tempo, pronto con affabilità, fabulazione e grazia a raccontarvi, aneddoti, storie e tecniche di un fotografo di lungo corso. Una perla imperdibile

Questo link ve lo giro perché come dissi anni fa a una mia collega, "I progetti so' pezzi e' core!" Anche quelli brutti. A maggior ragione quelli interessanti o innovativi. Grazie a ItaliaLavoro ho potuto seguire la sperimentazione di un'app (il cui nome è SkillyApp) dedicata alla formazione e all'orientamento lavorativo, principalmente rivolta alla fascia di età 16-18 anni. Come tutto ciò che è sperimentale in Italia è una piccola cosa, low low cost. Ma ha avuto un'ottimo impatto su chi l'ha vista, giocata, letta. Per questo non posso che ringraziare oltre i colleghi del progetto Increase, anche Oliver Astrologo, Alessandro Montalbano e tutto lo staff di Studio Hangloose (http://www.studiohangloose.it).
E visto che "Il lavoro è un gioco serio", concedetevi una pausa e giocateci un po'. E non avete scuse perché è disponibile per iOs, Android e Windows Phone.

Un ultimo rigo lo voglio dedicare a mia moglie Giovanna e i miei figli Livia&Ale (ai quali ho dedicato queste pagine del mio trascuratissimo blog: "Le quattro fasi di un bebé", che malgrado gli alti e bassi di quest'anno, che talvolta hanno fatto invidia alle nuove montagne russe di Magic Rainbow, mi hanno sempre ricordato come il miglior balsamo è un loro sorriso e una sonora risata.

Dimenticavo. Buon 2015.


martedì 28 ottobre 2014

Le quattro fasi di un bebè - Fase 4: Ercolino

IV  Fase di Ale: da 4 mesi a oggi


Ale - Visto da Livia - a shot of Livia
Livietta scatta, Ercolino controlla
Il volto è cambiato con l'avvento del sorriso. Davvero, sarà l'aumento delle dimensioni delle guance, il piegare all'insù di labbra e l'ingrandirsi delle pupille, ma davvero sembra illuminarsi. Ha una propensione netta a stare all'impiedi e pazienza se gli verranno le gambe storte, almeno si garantirà un futuro da giocatore di calcio: il sollievo di non sentirlo lamentare per intere mezz'ore per non acquisire la posizione eretta tipica di quella scimmia che siamo, non ha prezzo.

Anzi lo senti ridere in maniera squillante, quasi con il risucchio, in maniera contagiosa. Con il sorriso e il piacere di stare su sono apparsi alcuni inquietanti cambiamenti posturali. Dapprima ha fatto irruzione lo scalcio notturno, poi il piacere della posizione a bandiera quando lo si tiene con le braccia stese verso il cielo (e non sai se sta mostrando la potenza degli addominali o imitando i paracadutisti in caduta libera), infine lo scuotimento dei pugni negli spazi di prossimità di bocca-naso-occhi. Con il suo castano chiaro rossiccio e le mani serrate (che sempre più spesso si trasformano in surrogati del pranzo, neanche fosse un Ugolino qualsiasi) ha assunto le fattezze di un dipinto manierista, di quelli che tra una rovina e un parnaso ti ricostruiscono un qualunque mito classico di cui non avresti mai immaginato l'esistenza, con le ninfe dai nomi più improbabili,  degne di un postribolo di soli viados. Ma non divaghiamo troppo, il pargolo ha struttura muscolare e movenze da Ercolino.

Solo che non è un figlio del padre degli dei e di una donna con un albero genealogico colmo di disgrazie e tragedie greche, quindi anche le sue prime gesta sono tarate su più prosaici obiettivi. Quindi invece di strozzare serpenti in culla, tira ciocche di capelli alla madre durante l'allattamento e invece di dar vita alla via lattea dallo sputacchiare latte (dal seno o dal biberon), crea meravigliose carte geografiche 1D su vestiti, lenzuola, divani e relative coperture.

La sorella comincia a dare segni di tenerezza: all'invito "dai una carezza al fratellino" risponde con il tentativo di un cazzottone o di una vaga imitazione delle pacche sulla testa di Lino Banfi anni '70. All'esortazione "gioca con il fratellino" propone una versione unilaterale della battaglia dei cuscini con tentativi non celati di soffocamento. Alla richiesta "controlla il fratellino" dispone ampi spazi di caduta dal divano, incitandolo a seguirla con lo sguardo (e possibilmente anche con il corpo).
Ma baciato dal caso e dalla fortuna per il momento resiste, si guarda attorno un po' stupito, rilancia lo squillo della sua risata e, per qualche istante ti si trasforma in Citrullino. Poi lo rimetti sulle sue gambette a fare surf di terra, con il mulinare di braccia e pugnetti ed Ercolino riprende il suo posto .

Altri post della serie

Le quattro fasi di un bebè: IntroduzioneFase 1 - Da 0 a 1 mese (giorno più, giorno meno): E.T.
Fase 2 - da 1 a 2 mesi: Maestro Yoda
Fase 3 - da 2 a 4 mesi: Piccolo Buddha

martedì 21 ottobre 2014

Le quattro fasi di un bebè - Fase 3: Piccolo Buddha

Livia - Ale - Fratelli in panciolle - Brothers lounging- [Explore] - 27 - 06 -2014
Grande Flagello vs Piccolo Buddha

III Fase di Ale - da 2 a 4 mesi: Piccolo Buddha


Non comprate quella taglia, passate direttamente alla 6-9. Il piccolo s'inquarta, l'aria della Sardegna fa bene un po' a tutti, a lui in particolare. Nota antipatica, niente battesimo dell'Acqua sulla Moby: anche qui strani destini, Livietta chiamata dall'altoparlante senza neanche averlo richiesto, Ale neanche dopo supplica e ammiccamento da mazzetta. Vabbè, pazienza. Il piccolo cresce forte e saggio, non è un caso che la sua stazza si conformi a un altro personaggio noto, stranoto, fondamentale per l'umanità: basta metterlo sotto una fronda qualsiasi ed ecco che le somiglianza balza subito agli occhi, un Buddha bambino in scala, seppure con qualche significativa differenza: scalcia si muove, vorrebbe stare in piedi o, in alternativa, in braccio con  l'adulto in piedi. L'indole si va definendo paciosa, una pazienza che lo rende quasi invisibile se non si mette a lamentare. Inizia a guardare chissà cosa, intanto la sorellina cerca modi innovativi per sbarazzarsene, quali l'urlo di Chen con occhi di tigre rivolti al malcapitato abbracciatore di fratelli indesiderati, scuotimento multiplo della culla fino al livello di cappottonamento, incursioni modello Ninja silenti con deflagrazione di bomba acustica e così via.
Conti senza l'oste, il piccolo Buddha ha una strategia a lungo termine, mangiare, dormire, camminare e poi apprendere movimenti e movenze. Tra pochi mesi tutto sarà saldato...

Altri post della stessa serie

Le quattro fasi di un bebè: Introduzione

Fase 1 - da 0 a 1 mesi: E.T.
Fase 2 - da 1 a 2 mesi: Maestro Yoda.
Fase 4 - da 4 mesi a oggi: Ercolino

mercoledì 8 ottobre 2014

Le quattro fasi di un bebè - Fase 2: Maestro Yoda

II Fase di Ale: da 1 a 2 mesi

Ale - Primo Sole - First sun di byus71, su Flickr
Il maestro Yoda imbronciato al sole
Il maestro Yoda imbronciato al sole

Mangia, dorme. Produce cacchettoni imbarazzanti. Passa di braccio in braccio di zie, zie acquisite, zie temporanee, baby sitter della sorella, colleghe, colleghe di corso, nonne, amiche, cugine. Ma per brevissimo tempo, lui deve e vuole mangiare. Strano destino, Livietta era sempre attaccata al seno perché mangiava poco poco, pasti estenuanti, addormentamenti a catena. Ale è sempre attaccato, perché ha fame fame fame, pasti estenuanti (per la mamma questa volta). Dorme beato appena può, ossia tra un morso della fame-fame-fame e l'altro. Cresce la peluria si schiarisce, anche le rughe su appianano lasciando sul volto il segno tangibile del cambiamento. ET è stato abbandonato, guardo e scruto. Un altro volto noto. All'ennesima richiesta di somiglianza, rispondo sbalordito.
Ale è la copia in carnagione chiara del maestro Yoda.
Alcuni non capiscono, altri fanno finta di capire e li vedi smanettare velocemente sullo smartphone. Li sgami subito, guardano lo schermo e poi con la bocca ancora aperta, riportano gli occhi su Ale: parte la più pietosa delle bugie "Ma non è veroooo!" E allora perché nascondete frettolosamente l'ipertrofico cellulare, rabbrividendo dando l'ultimo fugace sguardo?
So quale sia la verità e soprassiedo. Tanto nel frattempo Ale si è attestato al 75 percentile di altezza e peso, ha finalmente passato il test (al terzo tentativo) delle otoemissioni. Sente e sente bene e ce ne siamo subito resi conto, grazie alla sagacia della sorella sorda. Ha subito compreso che bastavano pochi rumori per far svegliare quest'impiastro venuto a rompere il regno assoluto su famiglia e parentame. Allora ha iniziato la sua personalissima battaglia di resistenza e respingimento. Il piccolo dorme? Benissimo, si avvicina furtiva alla culla e parte un grido lancinante "ALIIIIIII" e a seguire un pianto da Non-è-giusto-però!! Impara, maestro Yoda, è solo l'inizio dell'eterna guerra contro il mondo.

Altri post della stessa serie

Le quattro fasi di un bebè: Introduzione

Fase 1 - da 0 a 1 mesi: E.T.
Fase 3 - da 2 a 4 mesi: Piccolo Buddha
Fase 4 - da 4 mesi a oggi: Ercolino

lunedì 6 ottobre 2014

Le quattro fasi di un bebè - Fase 1: E.T.

I Fase del bebé: dal giorno 0 a 1 mese (giorno più giorno meno)
06 - ...e primo selfie (con Livietta aka photobomber) - and first selfie! di byus71, su Flickr
Ale & Livietta, selfie e photobombing



Posso subito vederlo, ma clandestinamente. Inizialmente stento a capire dove sia la testa, tutto accovacciato sulla mamma, questo rosso cumolo di pieghette spennacchiato di peluria castana scura. Finalmente si volta, ha un volto familiare, occhi chiusi, pugnetti verso la bocca. Di umano ha poco. Lo scruto e mi torna alla mente il primo pensiero che ebbi con Livietta: i neonati sono terribilmente fragili e ostinatamente brutti, chi più chi meno, ma non se ne salva uno, ma guai a dirlo, manco una fatwa dell'imam più crudele può eguagliare la disapprovazione e gli insulti che ti possano arrivare.


Cerco una via di uscita, devo dire qualcosa, tutti mi domandano a chi somiglia... Ha un volto già visto, noto, pensa-pensa-pensa (Winnie-Puh aiuta molto in questi casi). Poi l'illuminazione.
Ale somiglia spaventosamente a ET.


Lo dico e mi guardano tra il divertito e il disapprovante, "ti va sempre di scherzare": ho scampato il pericolo della disapprovazione sociale, ma è vero, ho le prove documentali, foto a iosa.
ET è grandicello, lungo e ben in carne, tutte le preoccupazioni della mancata crescita e della lotta conto il 5 percentile della sorella sono immediatamente svanite. Ma tanto per non farci mancare qualche brivido ha un calo fisiologico oltre la media (calcolato personalmente in un preoccupante 23%) e un'orecchio che proprio non vuole rispondere alle otoemissioni. Dal destro pare non sentirci. E' comunque un bel passo in avanti, nella peggiore delle ipotesi abbiamo 2 orecchie funzionanti in due figli. Ma sin da subito ci si accorge di una diversità, Ale mangia. Mangia. Mangia. E cresce. Faccio due calcoli in prospettiva. A un anno raggiunge il peso della sorella, a 18 mesi la raggiunge in altezza. Il processo è ancora in corso vedremo se ho ragione.


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Le quattro fasi di un bebè: Introduzione

Fase 2 - da 1 a 2 mesi: Maestro Yoda
Fase 3 - da 2 a 4 mesi: Piccolo Buddha
Fase 4 - da 4 mesi a oggi: Ercolino

venerdì 3 ottobre 2014

Le quattro fasi di un bebè - Introduzione

Ricominciamo. Dall'ultimo post è passata un'era social media. Di eventi, novità, fatiche e inezie, caterve. Facciamo piazza pulita di stagioni, elezioni politiche, scoperte tecnologiche e conquiste del web, guerre, rivoluzioni e fissiamo una data.
Questa è la sintesi di cinque mesi e di 4 fasi di Ale.



04 - Alessandro, prima vista! - Alex, first sight! - [EXPLORE] - 07-05-2014
Il primissimo ritratto di Alessandro, il figlio 2.0
2 maggio 2014, ore 00.39

Neanche il tempo di far addormentare Livietta e finire un pezzo di pizza fredda che arriva una chiamata. "Non ci crederai, ma è già nato".
Come già nato? Ho lasciato mia moglie con la sorella all'ospedale neanche un'ora prima, chiacchieravamo tranquilli sul pianerottolo a rischio di reprimende, come liceali in gita all'estero. Poi visto il crollo della piccola, ritorno a casa. Ho ancora stampate nella mente la sentenza dell'ostetrica di turno "Prima di domani mattina non inizia il travaglio". Appunto. In meno di quaranta minuti acque-travaglio-parto (sempre che non sbagli l'ordine dei fattori). Mi precipito con calma e arrivo.
Inizia la vita con Alessandro.


Sommario

Fase 1 - Da 0 a 1 mese (giorno più, giorno meno): E.T.
Fase 2 - da 1 a 2 mesi: Maestro Yoda
Fase 3 - da 2 a 4 mesi: Piccolo Buddha
Fase 4 - da 4 a oggi: Ercolino