domenica 22 dicembre 2013

Buon Natale e Felice 2014



Quest'anno voglio farvi un regalo in linea con le parole d'ordine di quest'anno: spending review e sobrietà.


Un regalo antico ma sempre attuale, un classico di quelli poco noti perchè fanno riflettere più che divertire.
Il regalo quindi è un minuto di lettura e tre secondi di riflessione, che in tempi sempre più rapidi e concitati come i nostri sono un bel patrimonio da capitalizzare
Per farne cosa, non saprei.
Spero solo che possa aiutarvi a vivere più serenamente il 2014.
Auguri di buone feste.

La golaccia*
Quann’io vedo la ggente de sto Monno, 
che ppiú ammucchia tesori e ppiú ss’ingrassa, 
più ha ffame de ricchezze, e vvò una cassa 
compaggna ar mare, che nun abbi fonno,
dico: oh mmandra de scechi, ammassa, ammassa,
sturba li ggiorni tui, pèrdesce er zonno, 
trafica, impiccia: eppoi? Viè ssiggnor Nonno
cor farcione e tte stronca la matassa.
La morte sta anniscosta in ne l’orloggi;
e ggnisuno pò ddí: ddomani ancora
sentirò bbatte er mezzoggiorno d’oggi.
Cosa fa er pellegrino poverello
ne l’intraprenne un viaggio de quarc’ora? 
Porta un pezzo de pane, e abbasta quello.
Giuseppe Giocchino Belli - 27 ottobre 1834

*Per chi avesse difficoltà nel comprendere il sonetto, sarò felicissimo di spiegarglielo a voce o mail. Sarà l'occasione per scambiarci nuovamente gli auguri.

venerdì 15 novembre 2013

Giorno due

Ante scriptum
Un anno, sembra una vita. Abbiamo imparato a conoscere la sordità, le diffidenze, le diffidenze di chi le vive in modo diversi, gli astii e le incomprensioni reciproche, le chiusure (per cultura, ignoranza, superbia o disconoscimento). Abbiamo imparato a conoscere i sordi, iniziato a studiare 
 la Lis, le caratteristiche delle protesi, le proprietà dell'impianto cocleare, i principii della fisica delle onde sonore e quelle elettromagnetiche. Abbiamo conosciuto la gentilezza del Bambin Gesù, le lentezze impersonali dell'Inps, la superficialità di certe commissioni mediche, la solerzia dei singoli e le complessità della burocrazia. Abbiamo passato un'operazione, combattuto con fischi delle protesi, rifiuti categorici per il magnete, pianti di incomprensione e il dramma dell'attivazione. Abbiamo patito, spazientito e sopportato calchi in silicone, settaggi di curve, mappature, crisi di panico spacciate per capricci, sguardi scocciati, disarmati e interdetti di audiometristi, critiche pesanti di su come educhiamo e sulle nostre scelte da chi pensa di conoscere tutto in tutti i campi, disappunto malcelato di sordi segnanti per l'impianto cocleare. Abbiamo conosciuto la sorpresa dei conoscenti, il supporto degli amici, la vicinanza virtuale di chi vive un'analoga situazione, l'affetto moltiplicato di alcuni familiari e la lontananza sofferta e forzata di alcuni e silente e imbarazzata di altri. Abbiamo incassato sguardi di compatimento e costruito nuovi legami, conosciuto le tante forme di affetto di chi cerca le vie migliori per nostra figlia, l'impegno delle tate, delle maestre e della logopedista, la passione e il trasporto, che letto a freddo, ha valore incommensurabile.
Abbiamo faticato per ogni lento progresso, rallegrati per una richiesta vocale, gioito per una testolina girata al richiamo di "Livia".
Abbiamo scoperto che siamo solo all'inizio, di essere stanchi, non esausti. E con le spalle più larghe.
Abbiamo iniziato, oggi, un altro anno.

***
Qualche lacrima di compassione, mi vergogno. Alcune erano più nobilitate dal manto dell'emozione dei piccoli gesti che ti fanno capire che l'anormalità sia un problema degli altri, non suo. Come quando risvegliatasi in tarda serata per uno scombinamento degli orari, ha ritenuo che fosse opportuno preparare la colazione, così piattino dopo piattina, bricco dopo tazzina, zuccheriera dopo spargicacao, tutti gli elementi della colazione della festa erano stati tirati fuori. Quando poi il sonno ha prevalso sulla veglia, non ho avuto il coraggio di riporre quella festosa voglia di routine.
(Avellino, 15 novembre 2012)
Livietta - I'm waiting you

martedì 29 ottobre 2013

Good bye Lou, arrivederci Gigi

Nel giorno della Leopolda, della nona romana, dell'ennesimo e noioso penultimatum al governo non si ricorda più da parte di chi, si offuscano due morti che chiudono una bella parte del mio vissuto giovanile. Fatto curioso, entrambi si chiamavano Luigi, ognuno nella sua lingua.
Un bel regista, forse solo italiano, ma grande narratore, Luigi Magni, l'altro un gigante del rock, fragile e potente, Lou Reed.
lou & luigi

A dirla tutta mi rode un bel po' come non sia stato adeguatamente omaggiato su giornali, social network, ecc. Luigi Magni, anche se Lou Reed mi ha molto significato ben oltre il liceo.
Luigi Magni ha creato il mio personalissimo mito fondativo della nazione Italia. Se mi ricordavo all'ora di storia che Ciceruacchio si fosse chiamato Angelo Brunetti, che gli ultimi giustiziati dallo Stato Pontificio siano stati Monti e Tognetti nell'ora ameno crocevia di via dei Cerchi (in pratica a ridosso della Bocca della Verità, per i romani Santa Maria in Cosmedin), che la targa poco letta e ancor meno leggibile a Piazza del Popolo di fronte alla chiesa Santa Maria del Popolo (step 2 di Angeli e Demoni di Dan Brown) sia per i due carbonari Angelo Targhini e Leonida Montanari che Mastro Titta (er bona de Roma) e la Santa Sede fecero serenamente fuori, di quanto fu gloriosa la Repubblica Romana con la sua magnifica costituzione ancor oggi moderna e modello di principi e valori, ben prima dei libri e delle ricerche che avrei fatto successivamente lo devo a quel magnifico marxista.
Detto questo Lou Reed non può essere sbrigativamente liquidato con un mi-piace sullo scontato R.I.P: certo se il tuo (generico, nessuno si offenda) panorama musicale è limitato ai jingle della pubblicità, beh Lou Reed è solo quella canzone che fa du-du-dun-dudun-du (per inciso: Walk on the Wild Side). Per altri è epica.

Detto questo, good bye Lou, arrivederci Gigi.

martedì 15 ottobre 2013

Memoria bruciata

Sia ben chiaro, sono colpevole anche io.
Lago di Tovel - Il più classico degli scorci alpini - the Classic alpine view
Lago di Tovel e Massccio del Brenta
A meno di un anno dall'anniversario dell'inutile strage (copyright Benedetto XV) non trovo nessuno intorno a me che si ricordi le vicende della Grande Guerra. Neanche chi per passione vacanziera e piacevolezza mondana abbia passato le vacanze estive in TrentinoAltoAdige senza neanche un trattino distintivo.
Al massimo capita di sentire qualcuno che ha "scoperto" un sentiero di trincee, un forte, un camminamento, non si sa bene di quale battaglia o fronte. Scoperto... Come se fossero passati mille e passa anni. Eppure a scuola insegnavano che la guerra fu fatta sulle frontiere, che per la prima volta furono coinvolte le popolazioni civili, che i soldati (importa poco di quale parte) combatterono letteralmente sulle montagne. Niente. Rimozione totale, schizofrenia allo stato puro... Allora ecco che si formano scenette terribili e involonariamente comiche, dialoghi al limite tra assurdo e ignoranza.
Ecco un ipotetico (?) di dialogo: "Sei stato sul parco dell'Adamello Brenta, ma allora hai visto le trincee?" Possono seguire più risposte, talvolta sono collegate in unica risposta
"Mmh... Non ci ho fatto caso"
"Ma noo, mica potevano combattere lì"
"A me la storia annoia"
"Ah sì? È che guerra?"
"Ma chi glielo ha fatto fare!"
Non sia mai chiedere poi degli anni, l'arco temporale della guerra (e non che della seconda se ne mantenga un ricordo migliore con i pasticci e volute confusioni italico-badogliane).
Posto che per tutti termini nel 1918, l'inizio lascia basiti ("1914? Ma no ti sbagli è 15-18!"). Potrei andare avanti, ma non mi va.

Anzi, un'ultima cosa la voglio dire: Paolo Rumiz, L’albero tra le trincee. Costa solo € 7,90, lo trovate anche in edicola e se volete non serve neanche leggerlo, tanto il Dvd parla da solo. 

giovedì 22 agosto 2013

Al Voto! Al Voto!


Guida veloce sulle prossime elezioni.

PdL-FI: Avviluppato solo sulle posizioni del proprio leader, lo chiamassero "Meno galera per tutti (i ricchi)" farebbero prima.
PD: invotabile, si è calato le brache di 150 anni di storia di lotte per 54 minuti di governo.
Lega: Resiste perché il cerchio magico della famiglia Bossi è bello largo e il vecchio leader tiene per i coglioni i cavallini scalpitanti nel nulla cosmico. Per nostalgici di nazioni inesistenti.
SEL-IDV-partituncoli ex-comunisti: basta, hanno fatto il loro tempo.
Neo-democristiani sparsi e d'accatto (Monti, Casini e compagnia bella): No, basta la Salerno - Reggio Calabria per darne l'etichetta di affidabilità.
M5S: Buona volontà, coacervo di contraddizioni. Una scossa per il paese? Bah. Nell'imbarazzante vacuo dell'Italia politica, se qualcuno ancora andrà a votare sono l'unica formazione potabile. Forse l'ultima spiaggia.
Astensionismo? La tentazione è fortissima, ma lasciare la mia nazione a quattro gatti di votanti irregimentati e collusi proprio non mi va.
PS: Garibaldi nella notte dell'Italia ci prenderebbe a calci in culo a tutti.

venerdì 2 agosto 2013

Il futuro dei contribuenti italiani



Una riforma sulle evasioni non è possibile, o forse sì. Visto che  noi cittadini onesti che ci ammazziamo per pagare quanto dovuto siamo (a quanto pare) in minoranza, il Parlamento (o il Governo con un Decreto Legge) faccia una norma che ci definisca fuorilegge a metteteci in carcere. Così i Berlusconi, i berlusconidi, i brunettidi, i suvvisti nulla tenenti, i ferraristi senza reddito possano vievere  fuori la loro porca vita derubandosi gli uni con con gli altri. Ad Maiora.

lunedì 29 aprile 2013

I tanti padri di un gesto non folle


Gli spari a palazzo Chigi e gli obiettivi dichiarati non li considero un gesto isolati, non ci riesco proprio . Innanzitutto, dal 1897 in poi non è più possibile nascondersi.
Il suicidio non è un atto di un folle, ma un fatto sociale.

E già con questo si può tarare il livello morale e culturale della Classe Dirigente attuale, a partire dal nuovo (?) ministro degli Interni, Angelino Alfano.
Non voglio, né posso parlare con competenza dei meccanismi dei suicidi o dei tentati tali, mi limito a due osservazioni.

La prima: "gli incidenti della vita privata che sembrano gli immediati ispiratori del suicidio e che ne vengono ritenuti le condizioni determinanti, in realtà sono solo cause occasionali. Se l’individuo cede al minimo urto delle circostanze significa che lo stato della società lo ha reso facile preda del suicidio." (Il Suicidio - 1897)



Parole non mie, ma di questo sosia di Oscar Giannino che si chiama Émile Durkheim. Questo tanto per inquadrare di cosa stiamo parlando.

La seconda osservazione. Questo atto odioso (perché riversato su chi di colpe non ne ha alcuna e forse è molto più vicina al colpevole) e disperato non è un caso isolato, un fatto orfano. Tutt'altro. A molti titolari, facilmente riconoscibili, che non possono che riconoscerne la paternità.

  • Ne è padre Berlusconi con la sua accolita di centrodestri e legaiola, con la sua inconcludenza e incapacità di agire sull'economia e la società malgrado la più ampia maggioranza mai avuta in parlamento, il suo mettere i propri interessi davanti al Paese, intrigando con ferocia come e peggio di un politico della prima Repubblica.
  • Ne sono padri Bersani-D'Alema e sinistri-centrosinistri-cosasiamononsappiamistri, con le loro frammentazioni, distinguo, faide interne, veti incrociati, incapacità di capire il paese e persino di concentrarsi sul proprio ombelico, con il miserevole comportamento nell'elezione del capo dello stato e nel mettere su un qualche governo capace di dire voltiamo pagina.
  • Ne è padre Beppe Grillo e molta rabbia pentastelluta, perché non si può dire che la violenza verbale non può essere confusa con le vie di fatto. Se si incita alla rivoluzione, essa è tale solo con bagni di sangue e lacerazione sociale. Non è un pranzo di gala (copyright Becchi-Mao-SergioLeone)
  • Ne sono padri i Sindacati, sempre più distanti dal mondo del lavoro reale, talvolta arroccati attorno a figure ormai mitiche ed inesistenti (l'operaio in fabbrica, estrema minoranza in rapida via di estinzione), talaltra succursali o appendici di partiti, partitini, formazioni politiche di vario genere e grado, pronte a fornire all'occorrenza esponenti politici di mediocre grandezza (al volo, Polverini, Pezzotta, Marini, D'Antoni, Cofferati)
  • Ne sono padri i politichetti che giocano alle belle parole, capaci solo di farsi notare per offese (Santanchè, Gasparri, Salvini) o per le scelte a loro insaputa (da Scaloja ad Alemanno).
  • Ne sono padri i grandi imprenditori italiani, talmente abili e capaci da delocalizzare il lavoro, far la rincorsa al massimo risparmio di materiali e uomini, per poi lamentarsi di non avere soldi per investire in alcun che e restano solo a parlarsi che il paese deve muoversi, deve essere rimesso in moto, dopo aver sostituito le ruote con 4 mattoni e il motore trasformato in un nido da cova con uova di serpente.


La tristezza corre sul collo di quel filo di sangue del carabiniere steso per strada che paga le colpe di tutti costoro che ora si fanno anime belle con parole di circostanza, ma a cui francamente non gliene frega niente. E vanno dritti per la loro strada.
Solo adesso, magari per qualche giorno, con un brivido in più.

sabato 20 aprile 2013

Lettera aperta al fu PD

Cari amici,
dopo anni di passione e lotte con il PD, in particolare con gli amici del IX municipio, devo registrare il profondo divario che si è prodotto tra me e la classe dirigente che per l'ennesima volta ha dato dimostrazione di livore, inettitudine, incapacità di ascolto e di azione.
La misura, ahimè, è colma, la ferita insanabile.

L'abbraccio e i sorrisi dopo l'elezione di Bersani sono la peggior riprova della meschinità della segreteria nel suo insieme. Sono ormai a me insostenibili alla vista i vari D'Alema, Veltroni, Gentiloni, Fioroni, Renzi e Franceschini. Con sommo dolore per la tanta passione, le energie e il tempo trascorso per questa formazione che si è rivelato il peggior investimento emotivo dei miei ultimi 22 anni di politica in senso ampio.
Per questo motivo annullo anche l'iscrizione alla vostra newsletter, ho bisogno di silenzio rigeneratore e distanza.

Non so se le nostre strade si intrecceranno di nuovo, lo dubito almeno con questa denominazione, non credo che il PD sopravviverà a questa implosione, ma vi auguro la miglior fortuna possibile.

Con estrema delusione.

La Vergogna del Colle

In questi istante l'autorevole esponente Giorgio Napolitano del fu PCI sta decretando la morte politica del fu PD.

Per chi come me ha sostenuto, si è speso per questa idea di sinistra innovativa lontana da categorie di chiesa e da ideologie preconcette è un colpo terribile.

La mia sofferenza è di chi si sente stato turlupinato e tradito, sfruttato e illuso per anni e anni.

Cari esponenti del PD, vi maledico tutti.

giovedì 18 aprile 2013

Ma Marini no


Ho sempre votato PD, spesso mi sono trovato con difficoltà a difendere le politiche spesso dure e dissennate delle varie segreterie, adeguandomi spesso a ingoiare rospi non miei. Ma la scelta Marini è una sciagura.

Marini è un uomo di specchiato grigiore, tenace solo per se stesso. Ho sempre diffidato dei sindacalisti che terminato il loro segretariato si riciclano in politica. Rodotà saprebbe essere super partes perché da sempre è autonomo nelle scelte e nei modi.

Le giustificazioni e i distinguo di Bersani & co sono voci di chi sta pestando acqua nel mortaio, mena il can per l'aia, si arrampica sugli specchi saponati pur di giustificare l'eutanasia di un ex grande partito, pronto in un abbraccio letale con un ricattato e corruttore (Berlusconi), un movimento marcio capace di guardare solo il proprio ombelico reputandolo un elemento di identità (Lega) e un dissanguatore di ceti medio-bassi (Monti)


Scegliete Rodotà: è preparato, indipendente e stimato. Non è il candidato di Grillo, è il candidato ideale.

P.S. Nei miei anni universitari, seguivo spesso le sue lezioni di diritto civile. Cristallino, appassionato, mai banale. Riusciva addirittura a farmi piacere una delle materie che hanno affossato il mio interesse allo studio della giurisprudenza.

venerdì 12 aprile 2013

Arrivederci, Signora Tatcher. Anzi no.

Grazie, Signora Tatcher (1996) di Mark Herman
Margaret Thatcher da buona inglese avrebbe sorriso della battuta e certamente non avrebbe mai permesso che problemi privati potessero ricadere sulle tasche dei cittadini. Altrimenti, all'estremo della sua vita, avrebbe sconfessato tutto il suo impegno politico.

Non si farà, ma la provocazione è giusta e legittima, considerando quante lacrime e sangue abbia prodotto la sua politica nel Regno Unito, esportato con le bollicine da Coca Cola con il reaganismo, giunto poi in Italia annacquato e pasticciato da furbetti del quartierino e imprenditori senza soldi e ancor meno scrupoli, non solo rappresentati ma ben presenti nel Parlamento e nelle migliori Istituzioni.

Grande statista di cui non sentiremo la mancanza.

martedì 9 aprile 2013

Roma - Rome - Piccoli dettagli di inciviltà

Lo confesso è stato casuale, volevo riprendere solo la sproporzionata e barocca proboscide, poi mi sono accorto di quel piccolo sfregio di un barattoletto di chissà cosa tra le orecchie.

Incredibile e irritante come anche nelle piazze più belle e frequentate, con forze dell'ordine spesso in pattuglia si possano effettuare sfregi, si deturpino opere (fontana della dea roma a Piazza del Popolo) e si lascino rubare addirittura teste di statue parlanti a due passi dal Senato della Repubblica (Abate Luigi a Sant'Andrea della Valle).

È il sintomo di una nazione che ormai non crede alle proprie istituzione e forse neanche più a sè stessa, navica a piccolo cabotaggio in una anarchia costituzionalizzata in cui non si capisce più neanche chi la stia governando.

martedì 22 gennaio 2013

Inizi

Ante Scriptum: il post è di qualche tempo fa, ma solo ora ho il coraggio e la serenità di postarlo

Oggi è il giorno uno dell'anno mille e per mia figlia si prospettano giorni duri. La vita è complessa e tenacemente ingiusta, più spesso di quanto si possa credere e temere. A 19 mesi è costretta a crescere nel silenzio dei suoi pensieri, ma con una determinazione impressionante per farsi comprendere. Dovremo accompagnarla fin quando non sarà forte abbastanza per essere autonoma, insegnarle a difendersi più di quanto è leggitimo chiedere a una bambina, con le sue parole e con il corpo, farci guidare nella sua normalità e (dicono) verso la nostra. Potremo qualche colta,piangere di nascosto, ma solo per essere più sereni e saldi ai suoi occhi.
Livietta - Into the wild
L'istinto e la consapevolezza faranno il resto. Di certo non possiamo permetterci di cadere nell'autocommiserazione, nella ricerca del colpevole, tantomeno nello sconforto. Ci saranno giorni difficili, ma quale genitore non lo vive?  La difficoltà nel comunicare poi lo vivremo solo con qualche anno di anticipo e l'eccesso di protezione lo vivremo forse con qualche senso di colpa in meno, ma senza esagerare. 
Avevo un enorme rimpianto enorme qualche ora fa, le parole dolci sussurrate e non giunte, ma poi il suo sorriso e un abbraccio mi ha sciolto ogni dubbio che i nostri messaggi arrivano forti e chiari.
Oggi anno uno dell'anno mille è un bellissimo giorno difficile.

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Mi viene uno pseudo salmo a forma di poesia


Il Signore prende, il Signore dà
Il Signore mi ha donato la luce, ma mi ha reso il silenzio
Mi ha regalato la luce, ma mi tolto la voce
Il Signore prende, il Signore dàIl Signore mi ha dato la gioia, infarcendola di tristezza
Mi ha tolto le forze, dissipando ogni affannni
Si è preso le mie speranze, creando nuove opportunità
Mi ha tolto le certezze, rendendomi i dubbi.
Il Signore prende, il Signore dà

Il giorno dell'attesa

Se lunedì è stato il giorno dell'inizio, oggi sopo quasi una settimana, è stato il momento dell'apertura al mondo. La nostra routine del week end ha da un paio di anni la tappa quasi fissa del mercato del circo massimo. Dapprima si trattava del piacere della scoperta, poi della bontà e della convenienza, ora un appuntamentomche ci piace immaginare più genuino (nei rapporti, nei prodotti) e rilassato (nei tempi, negli spazi) per la spesa settimanale. A parte che basterebbe la location o la bontà dei bistecconi della cara signora Enza, ma anche la pseudo tavola calda (in realtà piatti da ristorante a prezzi di panino al bar)  gestita dagli agriturismi di roma e dintorni rendono l'appuntamento utile (alla diapensa, alle tasche) e molto dilettevole (al palato, alle uscite). Oggi mentre ci recavamo al farm market ha telefonato Livia, la sorella di Giò. Dopo un po' di convenevoli con molta calma, tristezza  e precisione (per quanto possibile alle nostre  scarse conoscenze mediche) la notizia della sordità di Livietta ha varcato la soglia della casa. Incredulità e sgomento, connessi alla voglia di sapere cosa e forse anche il perché. A scadenza di un paio di ore tutti i fratelli di giò ci hanno accompagnato durante la vigilia della grande giornata del day hospital di lunedì. Se Livia major ha mostrato compostezza e lucidità nell'inevitabile sorpresa e dolore, Teresa ha cercato di colmare il piccolo gap presente tra il suo tono di voce e i 107 db necessari a Livietta per percepire i suoni: encomiabile, ma lievemente fastidioso, anche via telefono.  A dirla tutta quel che mi ha più sorpreso è stata la reazione di Pasquale, forse imbeccato a tenere una maggiore sobrietà rispetto ai suoi magnifici e iperbolici eccessi di comunicazione. Ma questo è anche il campanello di allarme della serietà della situazione. Quando i tamburi tacciono, la guerra è iniziata.

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Attesa per domani mattina, non mi illudo sugli esiti, mi auguro solo una rapida soluzione per il recupero dell'udito. Nel frattempo, Livietta ignara dei chiacchiericci, gioca e corre dentro casa, aiutando la stesa dei panni, lo svuotamento della lavastoviglie e quello dei piatti dopo il terzo boccone trasformatosi in pappa peripatetica.